Quando la depressione non trova parole

Quando viene a mancare un’adeguata elaborazione mentale delle emozioni, possono emergere disturbi che si esprimono attraverso il corpo, i tanto famosi disturbi psicosomatici.
Le capacità dell’individuo di regolare le proprie emozioni in modo adattativo sono strettamente in relazione al benessere e alle prestazioni in vari ambiti dello sviluppo. Infatti, un individuo in grado di regolare le proprie emozioni avrà a disposizione più risorse per affrontare le situazioni della vita (positive o conflittuali); inoltre sarà capace di comprendere non solo le emozioni proprie, ma anche altrui e quindi sarà capace di usufruire del supporto sociale. Quest’ultimo è considerato una forma di regolazione emozionale che consente alla persona di consolidare i contatti sociali e di conseguenza, di favorire la progressiva formazione di un’identità sociale.

Cosa determina i disturbi psicosomatici?

Il processo principale alla base dei disturbi psicosomatici è la somatizzazione, ovvero la tendenza ad esperire e comunicare i problemi psicologici attraverso il disagio fisico. Il corpo diventa così il mezzo attraverso cui esprimere la sofferenza e i disagi vissuti nell’ambiente familiare o scolastico o lavorativo, portando all’insorgenza di disturbi, senza cause organiche, a carico dell’apparato gastrointestinale, dell’apparato respiratorio, del sistema muscolo scheletrico, della cute, ecc…

Disturbi psicosomatici e depressione

I disturbi psicosomatici si intrecciano frequentemente con la depressione proprio perché, come già affermato, il corpo si costituisce come principale mezzo di comunicazione. Molti dei sintomi che caratterizzano la depressione sono fisici: stanchezza, sentirsi senza energie, variazioni nell’appetito e del peso corporeo, cefalee, dolori allo stomaco, alla schiena. La presenza di tali sintomi fisici è frequente, tanto che si può comunemente riscontrare un quadro psicopatologico in cui prevalgono i sintomi somatici rispetto a quelli più tipici della depressione; questo quadro viene chiamato appunto “depressione mascherata”.
All’interno dei disturbi psicosomatici si riscontrano diverse dinamiche psicologiche e ambientali. Ad esempio: nel caso dell’alopecia, questa sembra presentarsi in caso di carenza affettiva a cui ha fatto seguito una forte sofferenza che però la persona non risulta in grado di manifestare; anche l’asma, una malattia molto comune in età pediatrica, può presentarsi a causa di fattori forti emozioni come la paura e la tensione nervosa, oltre alla possibile presenza di un’allergia.
Il corpo diventa quindi il terreno su cui possono emergere problematiche nella relazione e conseguentemente nella regolazione emotiva e nelle capacità che permettono di costruire il benessere individuale e, allo stesso tempo, si propone come mezzo di espressione di tali dinamiche patologiche. Una eccessiva inibizione nella regolazione delle emozioni è correlata a problemi di internalizzazione, connessi ad ansia, depressione, vergogna, bassa autostima, paura e tristezza.

Come intervenire?

In taluni casi, specie quando vi sia più presente un vissuto depressivo sottostante evidenziabile da un cambiamento significativo delle abitudini di vita (ad esempio, fatica a sostenere le attività sia lavorative che di svago, chiusura sociale,…), è necessario ricorrere a una terapia farmacologica antidepressiva. Questo trattamento va seguito con cautela, aumentando lentamente le dosi e con uno stretto monitoraggio da parte del medico psichiatra; questo perché i farmaci potendo dare effetti collaterali a livello corporeo, daranno la sensazione di peggiorare i disturbi somatici: ciò vale in particolare per i farmaci antidepressivi che necessitano di 2-3 settimane di tempo per dare il loro effetto e possono dare effetti collaterali anche fastidiosi proprio all’inizio del trattamento (molto frequenti sono sintomi gastrointestinali, in particolare la nausea).
La psicoterapia rappresenta sicuramente uno strumento molto utile attraverso il quale attivare e riattivare un processo narrativo, per dare “voce” ad un corpo “che parla senza sentirsi ascoltato”. Un trattamento psicoterapico permetterà quindi di riallenarsi a esperire le emozioni, comunicarle, leggere le emozioni degli altri e comprenderle, migliorando così la propria competenza sociale.
Sono molto indicati tutti gli altri trattamenti che passano attraverso un aumento della consapevolezza dei propri vissuti emotivi incarnati nelle percezioni corporee (ad esempio la mindfulness, ma anche lo yoga).
E’ sicuramente molto indicata anche l’attività fisica, specie se fatta secondo alcune indicazioni: scegliendo un’attività che sia piacevole e congeniale alla propria predisposizione, praticata senza l’ossessione dell’obbiettivo prestazionale e cercando di concentrare la propria attenzione alle sensazioni che vengono dal corpo, ai limiti che esso pone (ad esempio nella frequenza cardiaca e respiratoria), alle sensazioni gradevoli oppure fastidiose che l’attività può procurare, all’ambiente circostante (alcuni studi indicano che l’attività fisica praticata all’aperto nella natura avrebbe un maggior beneficio a livello psichico di quella praticata al chiuso).

 

 

A cura di:

Stefano Zanone Poma
Psichiatra e psicoterapeuta cognitivo-costruttivista

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