Come riconoscere il disagio negli adolescenti

“Dottoressa, mia figlia ha l’ansia. Cosa devo fare?”
“Dottoressa, mio figlio non esce. E’ normale?”

Quotidianamente nel mio studio accolgo i genitori e i loro dubbi rispetto all’adolescenza. Mi piace sempre fare una premessa che può essere utile per iniziare ad avere un po’ di confidenza con l’argomento. Il termine adolescenza deriva dal latino e significa “colui che si sta ancora nutrendo”, mentre la parola adulto fa riferimento a “colui che si è già nutrito”. Questo breve cenno etimologico è fondamentale per capire la responsabilità genitoriale dell’adulto, il quale dovrebbe lasciare spazio di crescita all’adolescente.
L’adolescenza è una fase evolutiva di transizione dall’età infantile a quella adulta, fondamentale per lo sviluppo dell’identità. Questa fase è caratterizzata da rilevanti cambiamenti fisici, emotivi e psicologici, scoperta di sé ed esplorazione del mondo che sono tipicamente associati a vissuti di incertezza e instabilità. L’attuale emergenza sanitaria implica un contesto fisico, sociale e culturale che rende ancor più complesso fronteggiare questo delicato momento evolutivo. Questa maggiore complessità riguarda sia il vissuto degli adolescenti, sia il vissuto di coloro che degli adolescenti devono prendersi cura. Infatti, quello che noto nel mio lavoro clinico, è che i genitori sono in difficoltà nel distinguere fra un normale processo evolutivo e i sintomi di un disagio crescente.
L’UNICEF (ottobre 2021) ha rilevato come vi sia stato un netto aumento dei disturbi del sonno, situazioni di forte chiusura degli adolescenti, fino alla comparsa di quadri di ansia e di depressione, con aumento di atti autolesionistici e rischio di suicidio.

Quali sono i segnali di disagio degli adolescenti da tenere in considerazione?
Ci sono alcuni aspetti che possono aiutare i genitori a cogliere dei segnali di disagio provenienti dai ragazzi:

  • Aggressività: un campanello di allarme rispetto alla presenza di un disagio può essere un insolito aumento di suscettibilità. Gli adolescenti possono diventare intrattabili, rifiutandosi di essere collaborativi ed osteggiando ogni indicazione del genitore. Possono aumentare i litigi e le scenate, la tensione può diventare parte della quotidianità. Facilmente i genitori si sentono oggetti di odio dai propri figli, ma in realtà la famiglia è uno dei luoghi privilegiati in cui l’adolescente mostra il suo disagio senza filtri. Non bisogna leggere le sue reazioni come un attacco personale, ma come un possibile indicatore di malessere, a cui dovremmo prestare attenzione.
  • Regressione: altre reazioni che possono verificarsi sono gli atteggiamenti infantili e regressivi. L’adolescente può avanzare delle richieste insolite di accudimento e vicinanza, chiedendoci aiuto e comportandosi “come se fosse un bambino”. Anziché chiedere di uscire con gli amici, potrebbe mostrare il desiderio di voler dormire con i genitori.
  • Iperresponsabilizzazione: ragazzi troppo responsabili, diligenti nello studio e nello sport, mai una porta sbattuta in faccia ai genitori, mai uno scontro con mamma o papà. Adolescenti che non trasgrediscono le regole, che danno consigli ai genitori, che non hanno voglia di affacciarsi al futuro. Questi sono segnali che indicano un blocco, perché adolescenza è sinonimo di caos e questo caos va attraversato per poter raggiungere l’età adulta.
  • Disagio a livello corporeo: un’altra importante manifestazione di disagio avviene attraverso il corpo, che si fa veicolo di messaggi importanti. Può esserci un’elevata tendenza alla somatizzazione, che può verificarsi nelle difficoltà a dormire o a riposare adeguatamente, in variazioni drastiche di appetito (dal digiuno prolungato alle abbuffate), nell’incapacità a concentrarsi, nella presenza di frequenti mal di testa o dolori corporei, disturbi gastrointestinali. Alcune conseguenze di questo possono essere continue oscillazioni di peso, la presenza di molta fatica nello svolgere compiti quotidiani. Un ulteriore elemento a cui prestare attenzione è il livello di cura del proprio corpo e di trascuratezza. Osserviamo il modo con cui gli adolescenti si prendono cura di sé e del loro modo di vestire. Inoltre è necessario porre attenzione agli atti autolesionistici, come ad esempio i tagli sul corpo, i quali sono un grido di malessere silenzioso. Con il taglio si fissa il dolore sul corpo e in questo modo la sofferenza mentale viene bloccata.

Come dobbiamo comportarci di fronte al malessere che arriva dagli adolescenti?

  • Accogliere e riconoscere l’adolescente nelle sue difficoltà: se l’adolescente si sente sminuito nei propri sentimenti, può richiudersi in sé stesso e non richiedere più aiuto, ma nascondere i suoi problemi. L’importante è non minimizzare mai ciò che prova, ma dargli un suo spazio di sfogo. Inoltre è utile non rendere patologica ogni difficoltà sperimentata dall’adolescente, in quanto è fisiologico che provi emozioni forti e che fatichi a tenerle sotto controllo. È importante provare a “mettersi nei suoi panni” (visto che siamo passati anche noi attraverso l’adolescenza), comprendere il suo punto di vista, indossando in alcune situazioni le lenti con cui lui guarda il mondo.
  • Offrire sostegno e protezione, ma alla giusta distanza: sicuramente il genitore ha il compito di proteggere il figlio, rassicurarlo e sostenerlo. Tuttavia, questi compiti non possono essere svolti con le stesse modalità e con la stessa vicinanza e presenza fisica che venivano agite quando era più piccolo. I genitori, quindi, iniziano a imparare a tollerare i confini e una distanza  che possa permettere al figlio di sentirsi sufficientemente libero. Durante la pandemia, l’aver trascorrere più tempo a casa ha limitato necessariamente certi movimenti di esplorazione e autonomia, che tipicamente in questa fase evolutiva vengono agiti fuori dalle mura domestiche.
  • Porre dei limiti: le regole potranno essere rinegoziate e può essere utile sperimentare insieme la contrattazione di qualcuna di queste, magari assumendosi compiti reciproci precisi, come in una sorta di contratto. Per promuovere l’adesione alle regole è utile tenere a mente l’importanza del rinforzo positivo, riconoscendo l’impegno del figlio e premiandolo quando agisce comportamenti rispettosi. Proprio attraverso questi aspetti, gli adolescenti sperimentano la trasgressione delle regole, cogliendo anche il significato di oltrepassare il limite. In questo modo possono affrontare il percorso di crescita e di maturazione;
  • Il dialogo: è uno strumento importante per il benessere dell’adolescente che, se si sente accolto, riconosciuto e contenuto potrà usare il genitore come modello e base sicura per affrontare il mondo, anche chiedendo aiuto. Spesso gli adolescenti si sentono attaccati e non capiti quando provano a parlare di cose che li fanno stare male. L’accoglienza e l’apertura dei genitori in questo senso aiutano i ragazzi ad aprirsi. Se sanno di avere davanti un adulto disposto ad ascoltare il proprio dolore, qualsiasi forma esso abbia, saranno più propensi a farsi aiutare.

Se si avverte un disagio crescente da parte del proprio figlio o si avverte la necessità di farsi aiutare come genitori, è utile chiedere un supporto di tipo psicologico. Rivolgersi ad un professionista è importante sia per i genitori per capire come relazionarsi con il figlio, sia per l’adolescente che potrà decidere di iniziare una psicoterapia come spazio di crescita.

A cura di:

Chiara De Battisti
Psicologa
Specializzanda in Psicoterapia Sistemico-relazionale (Centro Padovano di Terapia della Famiglia)

chiara.debattisti@ordinepsicologiveneto.it

 

Contatti

Via Chiesanuova 242/2 – 35136 Padova

Si riceve su appuntamento:
Tel. e Fax: 049 871.66.99
Parcheggio presso la struttura

Orari

Orari di apertura/chiusura della segreteria del nostro studio:

Dal lunedì al venerdì
dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30

Sabato previo appuntamento
dalle 9.00 alle 19.00

Inviaci una mail

Dichiaro di avere letto apposita informativa sulla Privacy e fornisco il consenso al trattamento dei miei dati personali.

Privacy Policy     Cookie Policy