Parliamo della comunità LGBTQ+ dal punto di vista psicologico
Alessandra Favaro per il Gruppo Arcobaleno
La comunità LGBTQ+ è formata da persone che escono dagli stereotipi tradizionali riguardo all’orientamento sessuale e/o all’identità di genere. L’acronimo italiano LGBTQ+ comprende lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer oltre ad altre identità sessuali e di genere non conformi che potrebbero non essere esplicitamente menzionate nell’acronimo principale. La terminologia in questo campo comunque è in continua evoluzione, con l’obiettivo di utilizzare un linguaggio il più inclusivo possibile, poiché l’esperienza umana è più complessa e di quanto possa sembrare.
È utile conoscere alcune parole chiave:
– il “sesso biologico” si riferisce al sesso assegnato alla nascita in base agli organi genitali;
– l’“identità di genere” si riferisce alla sensazione interna di appartenere a un genere specifico, che può essere maschile, femminile, entrambi o nessuno dei due. Spesso il sesso biologico e l’auto-percezione coincidono (cisgender), ma a volte possono non essere conformi (incongruenza di genere);
– l’”orientamento sessuale” si riferisce all’attrazione emotiva, romantica e/o sessuale di una persona verso il sesso opposto (eterosessualità), lo stesso sesso (omosessualità), entrambi i sessi (bisessualità) o senza dare importanza al sesso e al genere (pansessualità).
In modo semplificato, è possibile immaginare l’identità su un continuum: alcune persone si posizionano facilmente agli sui estremi, identificandosi fortemente come maschi o femmine, mentre altre possono percepirsi in posizioni intermedie che combinano elementi di entrambi i generi. Diventa quindi più difficile identificarsi completamente e definitivamente in un genere e l’esperienza sessuale diventa più “fluida”, influenzata dalle situazioni sia a breve che a lungo termine. Lo stesso vale per l’orientamento sessuale, possiamo immaginarlo che si estenda lungo un continuum in cui omosessualità ed eterosessualità esclusive rappresentano i due estremi opposti. Tra queste due polarità esistono una serie di sfumature su cui l’orientamento sessuale può autodefinirsi.
Di fatto entrambi sono costrutti multidimensionali determinati dalla combinazione di processi diversi: attrazione sessuale, comportamento sessuale, fantasie sessuali, preferenze emotive, preferenze sociali, stile di vita e autodefinizione del proprio genere e orientamento. Questi possono essere valutati sulla base di almeno tre dimensioni: il passato di una persona, il suo presente e le sue aspirazioni, più o meno consapevoli, che hanno un notevole peso nel definirci.
È importante sapere che questa variabilità è stata legittimata già 30 anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha definito l’orientamento omosessuale come una variante naturale dell’espressione affettiva e sessuale. Anche l’identità transgender (incongruenza di genere) sta seguendo lo stesso percorso, tanto che nel 2018 è stata depennata dalla classificazione dei disturbi mentali[1]. Sono caratteristiche naturali dell’essere umano e fanno parte della normale diversità umana. In sintesi, non si può “curare” la diversità umana.
Da professionisti della salute, riconosciamo il grave rischio che deriva dalla negazione dell’espressione sessuale e identitaria, così come dalla violazione di questi diritti a causa di pregiudizi. Paradossalmente, se un tempo si cercava di “curare” l’omosessualità, oggi dovremmo concentrarsi sulla “cura” dell’omo-transfobia. Tuttavia, non si tratta di una condizione che richiede una vera cura, ma piuttosto un atteggiamento appreso e promosso dalle culture e dalle società che non accettano la diversità di genere e sessuale e che non promuovono l’uguaglianza di trattamento per tutte le persone.
Chiunque riconosca di avere problemi legati all’omo-transfobia può beneficiare di sostegno e consulenza per affrontare tali atteggiamenti e imparare ad accettare e rispettare la diversità. Alcuni degli effetti psicologici negativi della discriminazione e del pregiudizio includono[2]: lo stress cronico, l’ansia, la depressione, la solitudine, l’isolamento sociale, i disturbi alimentari, i disturbi del sonno, la disforia di genere e il rischio di abuso di sostanze. Inoltre, le persone LGBTQ+ sono maggiormente esposte a traumi legati alla oppressione e presentano un maggior rischio di suicidio rispetto alla popolazione eterosessuale[3]. La terapia può aiutare le persone LGBTQ+ a esplorare le proprie emozioni, sviluppare strategie di coping efficaci e gestire l’ansia, la depressione e altri problemi di salute psicofisica.
Tuttavia, non tutte le persone LGBTQ+ sperimentano questi effetti negativi, molti possono avere esperienze positive e gratificanti come la realizzazione personale, l’accettazione di sé stessi e degli altri e lo sviluppo di relazioni intime e significative.
È fondamentale fornire supporto psicologico anche ai genitori di adolescenti LGBTQ+, in modo che possano sostenere i propri figli attraverso la comunicazione aperta, l’accettazione e l’informazione sulla diversità di genere e sessuale. È importante fornire informazioni accurate e incoraggiare la lettura di libri, articoli o la visione di video e film che possano aiutare a comprendere meglio l’esperienza dei propri figli e a dissipare pregiudizi e malintesi. A titolo di esempio, consiglio spesso ai genitori e agli adolescenti di leggere libri come “Le cose cambiano“[4] o “Indietro non si torna”[5] quest’ultimo scritto da un’attivista transgender che ha attualmente assume un ruolo istituzionale. Esiste un’ampia gamma di letteratura molto utile su questo argomento. È altresì importante condividere consapevolmente i rischi di discriminazione, pregiudizio e violenza. Essere consapevoli di tali rischi e discuterne con i propri figli può contribuire a prevenire situazioni gravi.
La terapia può anche affrontare il processo emotivamente difficile e stressante delle transizioni di identità di genere, fornendo accettazione, rispetto e sostegno emotivo. Inoltre, per quanto riguarda le famiglie omogenitoriali, è fondamentale offrire un ambiente sicuro ed empatico per i bambini. È utile ribadire che la letteratura scientifica non mostra differenze sostanziali nelle competenze genitoriali, nell’empatia, nella disciplina e nell’esercizio della responsabilità genitoriale tra diversi tipi di famiglie. Esistono molti modi diversi di essere famiglia, inclusa quella omogenitoriale, e tutte queste realtà meritano la stessa attenzione, cura e tutele da parte dei professionisti e dello Stato, poiché rappresentano la pluralità dell’esistenza umana e dei suoi aspetti socioculturali.
In sintesi:
Sei genitore di un adolescente “fluido” e hai bisogno di comprendere?
Ti poni delle domande sulla differenza tra comportamento, identità sessuale e di genere, orientamento e stereotipi di genere?
Percepisci un’incongruenza rispetto al genere assegnato alla nascita e desideri comprendere come si sviluppa un percorso di transizione?
Hai molte domande sulle aspettative e desideri sapere come supportare chi sta affrontando questo percorso?
Ti senti vittima di omofobia e non sai come affrontarla? Vorresti sapere come parlarne con colleghi, amici e parenti?
Sei una famiglia omogenitoriale che condivide le stesse preoccupazioni, ansie e paure di tutte le mamme e i papà?
Pensi che ci sia un’età specifica per fare coming out e vivere pienamente se stessi, e che non sia possibile farlo anche in età adulta?
Da tempo hai il desiderio di discutere della tua sessualità, ma la paura di risponderti genera disagio, ansia e problemi di sonno?
Contatta il nostro Centro e parliamone costruttivamente: costruiamo il nostro arcobaleno[6]. 🌈
Ti aspettiamo.
[1] International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD), World Health Organization, 2018 – https://www.who.int/standards/classifications/classification-of-diseases
[2] (Heise, L., Greene, M. E., Opper et al. Gender Equality, Norms, and Health Steering Committee, 2019; Loyd, D. T., Ramos, S. R. et al. Family Support and Sociocultural Factors on Depression among Black and Latinx Sexual Minority Men, 2021).
[3] Poon J, Galione JN, Grocott LR, Horowitz KJ, Kudinova AY, Kim KL. Terapia comportamentale dialettica per adolescenti (DBT-A): risultati tra le minoranze sessuali ad alto rischio di suicidio. Comportamento di minaccia di vita suicida. Giu 2022.
[4] Le cose cambiano. Storie di coming out, conflitti, amori e amicizie che salvano la vita -di Savage D. (cur.) Miller T. (cur.) Fava L. (cur.) edito da I Libri di Isbn/Guidemoizzi, 2013
[5] Indietro non si torna, di Monica Romano, TEA – Tascabili degli Editori Associati S.r.l., 2023
[6] https://www.costruttivamente.it/2023/03/17/costruttivamente-si-tinge-di-arcobaleno/
A cura di:
Alessandra Favaro
Psicologa – Psicoterapeuta costruttivista
Membro dell’Associazione Italiana Formatori (AIF)
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