Disturbi da somatizzazione

Disturbo da sintomi somatici e Disturbo da ansia di malattia. In questi disturbi si osserva la rilevanza di sintomi somatici associati a disagio e compromissione significativi, quali la preponderante attenzione incentrata su preoccupazioni somatiche, cioè sul corpo.

  • I pazienti si rivolgono maggiormente e in prima battuta da medici internisti piuttosto che psichiatri.
  • 75% di pazienti, diagnosticati come ipocondriaci, sono oggi stati inseriti nella diagnosi di disturbo da sintomi somatici. E il 25% dimostrano soprattutto ansia di malattia, ansia per la propria salute.
  • Disturbo di conversione (sintomi neurologici non spiegabili dalla fisiopatologia neurologica)
  • Disturbo fittizio
  • Disturbi Correlati: non raggiungono i criteri completi degli altri disturbi: sono patologie di breve durata o con pochi comportamenti (forme lievi)

Fattori connessi a insorgenza di disturbi da sintomi somatici sono:

  • Vulnerabilità genetica e biologica.
  • Esperienze di apprendimento in contesti familiari nei quali l’attenzione è ottenuta solo per mezzo di malattia fisica.
  • Norme culturali e sociali che svalutano e stigmatizzano la sofferenza psicologica rispetto a quella fisica, più accettata.
  • Le differenze nell’attenzione mostrata dai medici nelle diverse culture influenzano il modo in cui i sintomi vengono riferiti, riconosciuti e gestiti.
  • Precoci esperienze traumatiche (maltrattamenti, abusi) subite in infanzia.

Disturbi da sintomi somatici

Gli esperti ritengono che i disturbi da sintomi somatici possano essere associati a una attenzione esagerata su sensazioni corporee normali. Cioè può essere una distorsione cognitiva in cui ogni sintomo fisico viene interpretato come un sintomo di malattia.

  • Arousal (tradotto in : stato di attivazione, allerta o allarme ) può essere elevato nei pazienti che “somatizzano”. L’ arousal può determinare tensione muscolare e il dolore associato a una iperattività muscolare come nella cefalea muscolo-tensiva. Tale allerta può essere associata anche ad altri effetti fisiologici quali la tachicardia o l’ipermotilità gastrica.
  • Si parla spesso di processo di somatizzazione che significa: proiettare inconsciamente un conflitto psicologico nella sfera somatica, con manifestazioni a carico dell’apparato gastrointestinale, respiratorio, cardiocircolatorio…

I suddetti disturbi si accompagnano spesso con le seguenti patologie psichiatriche:

  • l’abuso di alcol e sostanze, che è comune in pazienti con disturbi da sintomi somatici. Il paziente può usarli come automedicazione. Inoltre l’intossicazione di alcol o sostanze o sospensione brusca degli stessi possono indurre sintomi somatici di non chiara origine, per questo risulta necessario valutare il ruolo potenziale delle sostanze assunte;
  • I disturbi d’ansia e dell’umore spesso presentano sintomi fisici (cefalee, debolezza muscolare, gastriti, aritmie cardiache, vertigini, acufeni), come parte della loro manifestazione. In presenza di sintomi somatici vanno quindi esclusi primari disturbi d’ansia o di umore.

I Criteri individuati dal DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, 2014) per diagnosticare i seguenti disturbi sono riportati di seguito:

 

1. DISTURBO DA SINTOMI SOMATICI
  • uno o più sintomi somatici che procurano disagio o portano alterazioni significative della vita quotidiana
  • avere pensieri, sentimenti o comportamenti eccessivi, correlati ai sintomi somatici o associati a preoccupazione per la salute:
    • pensieri sproporzionati e persistenti circa la gravità dei propri sintomi
    • alto livello di ansia per salute e sintomi somatici
    • tempo ed energie eccessivi dedicati a questi sintomi o a preoccupazioni riguardanti la salute.

Con dolore preminente e di durata maggiore di 6 mesi o persistente.
L’eziologia dei sintomi non è chiara. La qualità dei sintomi somatici e come siano descritti dal soggetto variano da cultura a cultura ed è influenzata dal rapporto medico/paziente.

 

2. DISTURBI DI ANSIA DI MALATTIA
  • preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia
  • i sintomi somatici NON sono presenti o sono di lieve entità. Se è presente già una condizione medica (acufeni, vertigini, …) o vi è rischio reale e importante di svilupparla (esempio: avere una familiarità), la preoccupazione diventa eccessiva o sproporzionata.
  • Elevato livello di ansia: la malattia diventa un elemento centrale della identità e dell’immagine di sé dell’individuo, frequente argomento di conversazione, fare ricerche eccessive in Internet, cercare rassicurazioni continue dagli altri. Insoddisfazione di qualsiasi cura medica.

Ci sono 2 tipi di pazienti: uno richiedente assistenza, cioè con comportamenti di controllo in cerca di segni di malattia, e un tipo evitante assistenza, cioè con comportamenti di evitamento disadattivoverso visite o ospedali.

Durata di almeno 6 mesi.

 

3. DISTURBO DA CONVERSIONE
  • il paziente lamenta uno o più sintomi di alterazione della funzione motoria volontaria o sensoriale.
  • i risultati clinici forniscono prove dell’incompatibilità tra sintomo e condizioni neurologiche o mediche riferite o conosciute.
  • i sintomi non sono spiegati da presenza di altre malattie; causano molto disagio e compromissione del funzionamento.

Tipo dei sintomi: debolezza o paralisi, problemi di deglutizione (nodo in gola), disfonia (difficoltà a sentire) o disartria (difficoltà a parlare), convulsioni epilettiformi, (con riscontro negativo al EEG), perdita di sensibilità o di sintomi sensoriali (perdita di vista o di udito).

Sempre più raramente si parla di conversione in psichiatria. Si dice che il paziente “converte” il conflitto psicologico in un’affezione fisica, con perdita di funzioni motorie o sensitive.

I casi sono rari e spesso associati a sintomi dissociativi, come depersonalizzazione, derealizzazione e amnesia dissociativa.

Caratteristiche utili per la diagnosi differenziale fra disturbi
Disturbo da sintomi somatici: la preoccupazione è eccessiva e disadattiva, i sintomi sono presenti.
Disturbo da ansia di malattia: la preoccupazione è eccessiva e disadattiva, ma sintomi somatici sono minimi o assenti.
Disturbo di conversione: caratteristica di esso è la perdita di funzione neurologico.
I fattori psicologici possono influenzare molte condizioni mediche, incidendo su di esse.
 
4. Disturbo Fittizio

Uno stress o un grave disturbo di personalità potrebbe essere la causa dell’insorgenza del disturbo fittizio. Alcuni pazienti riportano traumi infantili o una malattia grave in infanzia o carenze affettive con genitori molto disturbati. I pazienti si spostano da un ospedale all’altro in cerca di cure. Il paziente non ha secondi fini, ma ha un problema mentale. Tale comportamento non è motivato da ricompense esterne (come un premio assicurativo). La caratteristica determinante del disturbo fittizio è la produzione volontaria di segni o sintomi fisici o psicologici. Quello che il paziente si aspetta da questo comportamento è aumentare la sua autostima. Di solito mostrano di conoscere tutto sulla loro “malattia” e non si accontentano mai delle cure ricevute. Millantano conoscenze di professori e medici famosi.

Ci sono due tipi di disturbo fittizio: 1. imposto a sé stessi; 2. imposto ad altri.

I criteri del DSM5 sono:

  • falsificazione di segni o sintomi sia fisici che psicologici, o autoinduzione o induzione di un infortunio o di una malattia su di sé o su altro individuo, spesso un figlio (cosiddetto disturbo fittizio per procura), associato ad un inganno accertato (la persona affetta nasconde con inganno questo suo comportamento).
  • l’individuo si presenta come un malato, il comportamento ingannevole è palese.

Caratteristiche essenziali sono la SIMULAZIONE e il comportamento ingannevole.  Esempi sono il contraffare un test di laboratorio, assumere o somministrare farmaci per alterare delle analisi di laboratorio, il procurare addirittura lesioni fisiche su di sé o su altri per provocare una malattia o una menomazione.

Si parla di  disturbo fittizio per procura quando il soggetto produrre segni di malattia ad altri (per esempio a un figlio): in tal caso occorre mettere in atto misure di protezione della persona vittima.

 

dott. Gianna Magnolfi

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